Racconto #011

I corridoi con le piastrelle chiare, i muri con vivaci cartelloni colorati, le scale che conducono ai piani superiori ed anche agli uffici,  tutto della scuola era deserto.

Tutto vuoto senza il viavai e il vociare di alunni e professori, senza i bidelli che corrono tra aule e corridoi perché sia tutto in ordine, e soprattutto senza il suono della campanella.

All’improvviso si udirono dei passi che scendevano le scale, comparve una figura femminile, alta vestita con un abito nero molto preciso nelle pieghe, aveva sottobraccio una cartella in pelle piena di fogli ed era diretta verso l’aula magna. Subito dopo comparve un uomo non troppo anziano vestito come Arlecchino un abito di tanti colori molto rattoppato ma non aveva una maschera e in mano reggeva un pennello, anche lui andava in aula magna, appena entrò nella stanza gigantesca e dalle pareti spoglie rese vivaci solo dal loro colore arancio acceso fu invitato a sedere fra tutte le altre materie in riunione, alla quale era presente anche matematica, arrivata per prima.

Davanti alle file di sedie su cui stavano le varie materie torreggiava imperioso il preside, osservava tutti e li squadrava con lo sguardo dall’alto dei suoi occhialetti allineatissimi al volto.

Sui banchi sedevano inflessibili in prima linea: Storia, un omone peloso che vestiva con una pelle maculata appesa alla spalla, da cui faceva capolino un orologio da taschino, in testa sfoggiava un elmo da soldato asburgico, ai piedi portava mocassini di cuoio con le ghette, in mano reggeva una clessidra e i polsi erano ornati da cinque o sei orologi; alla destra sedeva Matematica che a sua volta era accompagnata da Tecnologia, un uomo decisamente basso in camicia bianco perla e cravatta nera coperte da righelli, stecche, squadre, compassi e balaustroni di ogni tipo, mentre il grosso testone aveva una forma tozza a forma di monitor con rughe profonde che parevano rette intersecate e gli occhi chiari e sporgenti.

Poco più indietro c’era Arte con il suo vestito variopinto, accanto poi, in camice bianco c’era Scienze, un uomo alto a cui piace gridare con voce rude e grottesca: “EUREKA!!!” aveva nella spalle e nel capo delle escrescenze muffose dove crescevano funghi verdacei e bluastri nei quali le spore erano sparse come la brina sulle foglie del mattino; Grammatica, una signora alta e perfettamente lineare, verticalmente simmetrica e dal linguaggio preciso e forbito.

Seguiva un grande libro chiuso da un grosso lucchetto, le pagine non si potevano vedere e non aveva gambe o braccia, però compensava il suo fluttuare a venti centimetri dalla sedia sulla quale avrebbe dovuto essere seduto: questa era religione.

Subito dopo vi era un ometto di mezza età, sudaticcio e col fiatone che pareva un cane assetato, era involto in tuta leggera con un fischietto al collo ed un berretto col frontino, lui era Motoria (per gli amici: “Gregorio”) era la materia più atletica di tutte.

C’era anche Musica, una donna sempre agghindata di RE e di FA, con una voce di MI e degli occhi grandi come dei LA, l’ultima ma non ultima in classifica (oppure sì, dipende dal lettore), Antologia, ovvero un albero appoggiato alle proprie radici, dai fantasiosi rami curvi con una chioma lussureggiante.

Il preside, con aria triste, aprì la riunione ed informò le materie che neppure la settimana successiva gli studenti avrebbero potuto essere presenti a scuola, le materie si disperarono, “È uno scempio!” Commentò aspra Matematica, “Mi mancano tanto i bambini” disse Musica con una nota dolente, e le altre materie le assecondavano; Ma nella disperazione si alzò trionfante Storia che diede la parola a Tecnologia, il quale espose la sua idea: “Se i bambini non possono venire qui saremo allora noi a raggiungerli, e lo faremo via internet! Basta solo organizzare dei corsi collegandoci con loro inserendo le classi in diverse video-chiamate di gruppo”

Le materie furono entusiaste della soluzione è fu preparato il programma di studio da applicare in video-lezione, in seguito approvato dal preside. Quando il preside terminò di affidare i compiti salutò molto formalmente e pensieroso si dileguò fra i corridoi vuoti dell’edificio.

Tutte le materie, nelle loro forme più bizzarre, si diressero verso l’aula informatica, ognuno prendeva posto davanti ad un monitor per iniziare questa nuova esperienza.

Questa nuova situazione della scuola senza gli studenti in classe rendeva tutte le materie molto più unite di quanto non lo fossero precedentemente, e tutte le materie collaboravano fra loro, cominciavano a conoscersi meglio, addirittura Storia faceva gli occhi dolci a Geografia che era una elegante mappa tridimensionale con un bell’ombrellino parasole e fazzoletto sui capelli, Arte diventava grande amico di Scienze e tutti si confrontavano nelle proprie qualità e descrivevano le loro difficoltà.

Fu così che tutti compresero l’importanza di lavorare insieme, di imparare cose nuove, di sperimentare nuovi modi di pensare, di accettare visioni diverse al proprio pensiero. Le materie diedero vita ad un nuovo modo di studiare dove ogni argomento veniva condiviso da tutte le scienze e fu così che Storia non potè più fare a meno di Geografia, che non poteva separarsi da Lingue, che non poteva fare senza Musica che aveva bisogno di Matematica che non riusciva a lavorare senza Tecnologia, che era grande amico di Scienze, che era appassionatissimo di Motoria, e tutti quanti avevano da imparare da Letteratura e di sognare con l’Arte








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