I miei libri #004

Mi dispiace maestro Gianni per non averti fatto in tempo gli auguri per il tuo compleanno.

Mi riferisco all’autore che mi è stato più a cuore: Gianni Rodari, nato il 23 ottobre 1920.


Ogni mattina quando mio papà portava a scuola me e mio fratello Giacomo [di cui un giorno (forse) ve ne parlerò], per passare quei venti minuti di auto leggevamo a turno i racconti scritti dall’immensa fantasia di questo scrittore e poeta.

Abbiamo letto: “novelle fatte a macchina”, “C’era due volte il barone Lamberto”, “Favole al telefono”, “Filastrocche in cielo e in terra”, “Giovannino Perdigiorno”.

Sono tutti racconti molto originali e divertenti che sicuramente porterò per sempre con me.

È difficile scegliere fra tutti i racconti e poesie che ha scritto, però ne vorrei ricordare una che mi è piaciuta particolarmente, se anche a voi è piaciuto Rodari quanto a me, scrivetemi in mail o nei commenti qual’è stato il racconto, poesia o filastrocca che vi è piaciuta di più.


Storia Universale

In principio la Terra era tutta sbagliata,

renderla più abitabile fu una bella faticata.

Per passare i fiumi non c’erano ponti.

Non c’erano sentieri per salire sui monti.

Ti volevi sedere?

Neanche l’ombra di un panchetto.

Cascavi dal sonno?

Non esisteva il letto.

Per non pungersi i piedi, né scarpe né stivali.

Se ci vedevi poco non trovavi gli occhiali.

Per fare una partita non c’erano palloni:

mancava la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni.

Anzi a guardare bene mancava anche la pasta.

Non c’era nulla di niente.

Zero via zero, e basta.

C’erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare

e agli errori più grossi si poté rimediare.

Da correggere, però, ne restano ancora tanti:

rimboccatevi le maniche, c’è lavoro per tutti quanti.

Gianni Rodari



P.S. In ogni caso se già non conoscete Gianni Rodari vi consiglierei di iniziare con “Novelle fatte a macchina” oppure uno di quelli che ho citato sopra.




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